OTILLO 2014 (di Diego Novella)

ÖTILLÖ 2014

A distanza di  una settimana, Marta ed io non abbiamo ancora trovato una parola sola che possa definire l’insieme di emozioni che ci hanno accompagnato durante tutta la Ö TILL Ö swimrun 2014. E vi assicuriamo che di emozioni, nel fare quella gara, ve ne sono davvero molte.

Andiamo alla gara, (“Ranked by CNN as one of the toughest endurance races in the world”). Abbiamo imparato che gli svedesi non sono puntuali, anticipano sempre tutto e riducono i tempi. Così, è arrivato in anticipo l’aereo che ci ha portati in Svezia, il battello che ci ha portati sull’isola di Sandön ci ha messo meno del tempo previsto, la partenza della gara, prevista dalle 06,00 e le 06,15, da definirsi per le condizioni meteo, è stata data alle 05,55.

E si attraversa l’isola, siamo 120 squadre, 240 tra donne e uomini, vestiti in maniera bizzarra….ma la corsa così vuole, ci saranno 26 isole da attraversare e 38 transizioni, quindi zainetto, palette, pul buoy, cuffia. E via, fino alla spiaggia e poi in acqua….Mar Baltico, che non è proprio uno dei mari più caldi del mondo, ma con la muta si va! Alla prima uscita dall’acqua, roccia liscia e scivolosa, ci si fa portare su dalle onde e ci si attacca con le unghie, e c’è anche la prova di arrampicata. E via di slancio nel bosco, nei prati, nel fango, sullo sterrato, sulla sabbia, sui sassi spigolosi. Dettaglio tecnico: nelle frazioni in acqua, ci leghiamo, io davanti e Marta dietro, in acqua sono un filo più veloce io e ci vedo un attimo meglio di Marta. Per le frazioni di corsa, sarà Marta a dettare il ritmo, finche reggo e fino a quando, ci si perderà….quelle setto o otto volte che corriamo senza sentiero e senza segnali, seguiti da altre squadre. E poi, indietro a cercare i segnali e Marta: “te l’ho detto che non ci vedo”!!! Ritrovato il sentiero via, fino alla prossima frazione in acqua. Ci è rimasta la nuotata in un lago maleodorante con alghe fino alla superfice. All’uscita fango fino alle ginocchia e sentiero in salita a 4 zampe, e poi in costa sulla roccia dove si scivola! E poi via nel bosco. Non ci si annoia, grazie anche ai continui cambi di terreno. Ci riempiamo gli occhi degli spazi che incontriamo, case in legno, prati tagliati, ordine, silenzio e ogni tanto sparuti spettatori che incitano, ed è bello essere li. Non ci ricordiamo più le distanze delle frazioni e spariamo a caso le distanze che ci aspettano, io, come sempre, schiaccio a caso i bottoni del mio Garmin. Ma sappiamo che ad un certo punto, saremo sull’isola di Ornö e li ci saranno due frazioni, una da 12Km ed una da 8Km, intervallate solo da un ristoro e nessuna frazione in acqua. Sono preoccupato. Ma andiamo avanti, preoccupiamoci quando saremo la! Intanto Marta, che mi vede sempre più deperito, cerca di distrarmi attirando la mia attenzione sulle peculiarità dell’isola che stiamo attraversando di corsa….io, prossimo allo svenimento le faccio notare che vista un’isola, viste tutte. Scoppiamo a ridere e andiamo avanti. Ad ogni uscita dall’acqua chiediamo se siamo ad Ornö, ma ci rispondono in Svedese, ad un certo punto mi pare di capire che siamo vicini ad un IKEA, ma forse ho capito male. Arriviamo ad un ingresso in acqua dove ci attende lo staff con un idrovolante, a quello successivo dobbiamo farci scivolare per 5 o 6 metri sulla roccia in verticale, e li c’è tanto pubblico ad applaudire e incoraggiare. Le uscite sono quasi tutte molto scivolose e sembriamo buffi animali molto impacciati.

 Ad un uscita dall’acqua ci accolgono e ci dicono che siamo ad Ornö!!!!! Apro la muta e mi preparo…e non sono preparato!!! Finche si parla di nuoto, anche se con zaino, corda e palette, non ho problemi ma la corsa, si sa, non è il io forte. Marta è bravissima, non perde la pazienza, non mi prende a calci, mi incoraggia e piano, molto piano arriviamo al ristoro del 12esimo Km. Mangio di tutto, bevo, facciamo il pieno allo zaino e via. Sappiamo che alla fine di quella lunga dannata isola, mancherà pochissimo. Ad ogni transazione, i ragazzi dello staff incitano e incoraggiano, ormai rimane poco. La stanchezza, per me è molta e fatico a trattenere l’emozione. Ad ogni passo, ad ogni crampo che riesco a domare, sento che….anche strisciando, arriverò alla fine della gara. Nel pezzo della “mezza maratona”, faccio correre così piano Marta che non si è sfilata la muta e non suda!!! Quando le chiedo perché non se la sfili, mi risponde che deve mantenere la linea!!! Finisce l’isola, ed è un susseguirsi di nuotate brevissime e corse sugli scogli, la costante è avere sempre qualcuno che incoraggia e ci dice che manca poco, pochissimo. Ad un ingresso in acqua per pochi metri, vediamo il fotografo che scatta, allora ci mettiamo in posa e perdiamo un po’ di tempo….e va bè!!!

Mi emoziono ancora a pensare quando, all’uscita dall’acqua un giovane si complimenta e ci da il benvenuto sull’isola di Utö, mancano 3 Km all’arrivo! Credo che mi ricorderò quel momento per lungo tempo. Abbiamo fatto 72 dei 75 Km della gara, è passato tanto tempo, sicuramente troppo, ma c’è l’abbiamo fatta. Mi giro verso Marta e le dico: portami all’arrivo, mancano solo 3 Km. Andiamo….non devo mollare, mi attacco a Marta, passiamo una coppia, sottovoce le chiedo scusa per come sono stato lento nella corsa, e le confesso che mi viene da piangere, quando in realtà sto piangendo da quando ho sentito il giovane dire: wellcome on Utö island, the last one run just 3Km , good job, welll done!!!! Ho ancora la pelle d’oca. E ci avvicianimo all’arrivo, si sente la speaker, la musica e…l’arrivo è in cima ad una salita, ancora spettatori che salutano ed incitano, guardiamo l’arrivo…lassù…..e c’è gente che ci applaude, che applaude tutti…ultimo sforzo e…finito!!! Michael Lemmel, il fondatore della gara è li ad accogliere tutti i concorrenti che arrivano, dai primi agli ultimi, ci abbraccia (quasi ci spacca, è un vikingo di due metri), e l’enorme emozione….le lacrime e poi…..un attacco di fame pazzesco di roba salata!!! 

Bè, io sono incredulo per quello che abbiamo fatto, Marta ed io ci conosciamo da pochissimo, ma abbiamo fatto squadra da subito, forse siamo egualmente svitati, sempre alla ricerca di un nostro limite da superare, questa volta ne abbiamo combinata una bella.

Un’emozione incredibile, di quelle che fanno luccicare gli occhi, l’1 settembre come ogni volta che rammento e racconto un pezzo della gara. Qualcosa che porteremo sempre con noi. Lasciatemi dire che….siamo stati bravi. E se vi chiedete se la faremo ancora, la risposta è….perché no, ma stavolta io mi alleno!!!!

 Diego Novella

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